domenica 14 febbraio 2016


Per Araldo di Crollalanza
un anniversario sotto silenzio

Se non fosse stato per il necrologio, a pagamento, pubblicato sulla «Gazzetta» del 18 gennaio scorso, il trentesimo anniversario della scomparsa del senatore Araldo di Crollalanza, sarebbe passato del tutto inosservato e sepolto nel più colpevole oblio generale. La ricorrenza avrebbe dovuto avere, invece, una maggiore attenzione da parte dei media locali, per i grandissimi meriti che vanno ascritti alla sua persona per quanto Egli ha fatto per Bari e la Puglia intera. Per tutti coloro che hanno dimenticato che non conoscono le vicende personali del barese Araldo di Crollanza va ricorda che fu, durante il ventennio fascista, deputato al Parlamento, podestà di Bari, sottosegretario di Stato e poi ministro nel dicastero dei lavori pubblici. In tali vesti si adoperò attivamente contribuendo insieme ad altri validi personaggi locali allo sviluppo e trasformazione epocale della città di Bari. Infatti furono realizzate sotto la sua spinta istituzioni ed opere pubbliche quali l’università degli Studi, la Fiera del Levante, il Porto Nuovo, il Lungomare, dall’ingresso monumentale della FdL fino all’imponente edificio della caserma «Bergia» dei Carabinieri e gli altri palazzi pubblici che lo impreziosiscono, lo Stadio della Vittoria, il Policlinico, nonché i canaloni Lamasinata e Valenzano ed altro. Dopo la guerra fu sottoposto a processo per essere epurato dalla vita pubblica avendo ricoperto cariche pubbliche durante il ventennio fascista ma fu totalmente scagionato da ogni imputazione ed assolto per la cristallina onestà e concretezza dimostrate durante l’esercizio delle sue funzioni. Ritornò alla vita pubblica e fu consigliere comunale di Bari dal 1956 al 1976. I baresi tutti compresi anche quelli di altro coloro politico, lo hanno sempre votato quale senatore della Repubblica, carica mantenuta sino alla sua morte e ciò in segno di eterna gratitudine per quanto operato a vantaggio della città di Bari.
Ciò per non dimenticare.

Gazzetta del Mezzogiorno del 28-01-2016
Lettera di Vincenzo De Giosa - Valenzano (Bari)

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