martedì 27 settembre 2011

IL LOCALE NON È CAMBIATO - Stessi spazi, stessi inconfondibili profumi perla nuova brioche nata nel solco della tradizione della Fiera del Levante

QUEL PROFUMO-GUIDA - Fino a un anno fa c'era un odore inconfondibile, un profumo che guidava grandi e piccini nei pressi degli uffici del Centro Direzionale

Niente merendine «Aida»,
dopo 60 anni muore un rito

Il tradizionale dolce barese in Fiera non c'è più.
Al suo posto un altro prodotto.


Chiuso pure il bar - Da alcuni mesi chiusa anche la sede dell'Aida di via Piccinni

C’era fino all’anno scorso in Fiera un odore inconfondibile, un profumo, una fragranza che guidava grandi e piccini nei pressi degli uffici del centro direzionale. Era l’odore-guida delle merendine Aida. Una tradizione, un marchio nato nel 1944, 67 anni fa, giusto qualcuno in meno della Fiera del Levante. Un irresistibile aroma che ha saputo catturare svariate generazioni di baresi e non. L’appuntamento era inevitabile, si consumavano in loco e si faceva la scorta delle confezioni da portare a casa (rigorosamente da tre pezzi) di quelle brioches gustose, con la glassa di zucchero sopra. Gli anni passano, la Fiera cambia e anche le merendine si aggiornano. E, sorpresa delle sorprese, le merendine Aida quest’anno non ci sono più. O meglio le merendine ci sono, nello stesso posto, con gli stessi macchinari degli ultimi anni, con identici aromi. Quello che è sparito è il marchio Aida. Un marchio sparito anche dal bar in via Piccini, chiuso da qualche mese. Insomma le brioches ci sono, ma hanno cambiato nome adesso si chiamano più semplicemente, o prosaicamente, «La merendina».


«Quando l’ente fiera mi ha contattato, mi ha proposto di utilizzare il “padiglione delle merendine” perché era rimasto vuoto», spiega Giuseppe Abbinante, titolare della società e imprenditore noto nel settore dolciario, nel rivelare la genesi del nuovo marchio. «“Il padiglione delle merendine” mi ha fatto nascere l’idea - continua - Mi sono detto: devo fare un prodotto nuovo, ma legato alla tradizione della Fiera del Levante della quale siamo eredi. Così è nata la merendina per l’edizione della fiera 2011 che al tempo stesso ha dato il nome all’attività che ovviamente si svolge in loco, all’interno della campionaria».

«Soffice», «Gustosa», «Saporita», riportano i manifesti pubblicitari che addobbano i locali del bar e del laboratorio, con l’intento di esaltare le qualità organolettiche (da percepire appunto coi cinque sensi) della merendina oggetto di culto dei baresi al tempo della fiera. «Anziché affidarci a marketing, packaging e pubblicità - afferma il titolare - abbiamo scelto le espressioni naturali dei nostri bambini quando l’hanno assaggiata». Il segreto della fragranza della merendina sta nell’utilizzo del cosiddetto lievito madre, un elemento così particolare tale da rendere la ricetta della brioche condita di zucchero o cioccolato altrettanto misteriosa quanto la formula della Coca Cola. Un segreto industriale di cui Abbinante va fiero.

Con tutto il rispetto per il prodotto dell’imprenditore che si è lanciato in questa avventura, manca però il fascino della tradizione, di un nome così fuori dal tempo e evocativo come Aida, che richiama all’opera di Verdi, a un tempo andato ma proprio per questo fantastico e ricco di sapori indimenticati. Un po’ come il panzerotto fritto a Santo Spirito da “Qui si gode”, che deliziava i visitatori di provincia di ritorno dalla Fiera del Levante. Pare che sotto ci siano anche questioni legali di utilizzo del marchio. E allora, con buona pace dei ricordi di grandi e piccoli, l’Aida non c’è più, viva l’Aida.
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Manlio Triggiani - "La Gazzetta del Mezzogiorno" del 13-09-2011