venerdì 24 ottobre 2008

GRANDE TOTÒ
UN SORRISO PIENO DI MALINCONIA

«Sol chi non lascia eredità d'affetti poca gioia ha nell'urna; e se pur mira dopo l'esequie, errar vede il suo spirito fra 'l compianto dè templi acherontei o ricovrarsi sotto le grandi ali del perdono d'Iddio; ma la sua polvere lasciata alle ortiche di deserta gleba ove né donna innamorata preghi, né passegier solingo oda il sospiro che dal tumulo a noi manda Natura». Ugo Foscolo da «I sepolcri» (v.v. 41 - 50). Caro Totò, il prossimo 15 aprile sono quaranta lunghi anni che sono ormai trascorsi da quel infausto sabato 15 aprile 1967 quando tu «Principe del sorriso» volasti in cielo per un attacco alle coronarie, nel tuo appartamento sito a Roma in Viale Monto Parioli n° 4.
Nascesti domenica 7 novembre 1897 e non si saprà mai se ad Avezzano (L'Aquila) o al quartiere della Sanità a Napoli in via Santa Maria Antesaecula n° 109, perché eri figlio di ragazza madre. Sarai denunciato martedì 15 febbraio 1898 con il nome di Antonio e il cognome Clemente, quello di tua madre. Lei, infatti, si chiamava Anna Clemente. Sarai riconosciuto da tuo padre solo nel 1921, anno in cui tua madre sposerà il principe Giuseppe De Curtis, il quale ti riconoscerà come suo figlio naturale e in seguito nel 1933 un altro nobile, il narchese Francesco Maria Gagliardi ti adottava trasmettendoti i suoi titoli gentilizi.

DALL'IMPERO DI BISANZIO – Ingaggiasti esperti di araldica, avvocati e consulenti vari e arrivasti alla conclusione che i De Curtis erano gli eredi diretti degli imperatori di Bisanzio con una nobilità che risaliva al 362 avanti Cristo. Successivamente con sentenze tutte passate in giudicato dell'aprile 1945, del luglio 1945,, dell'agosto 1946 e del marzo 1950 ottenesti, da diversi tribunali della Repubblica Italiana, il diritto a fregiarti dei nomi e dei titoli di Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfirogenito Gagliardi De Curtis di Bisanzio, altezza imperiale, conte palatino, cavaliere del Sacro Romano Impero, esarca di Ravenna, duca di Macedonia e di Illiria, principe di Costantinopoli, di Cilicia, di Tessaglia, di Ponto, di Moldavia, di Dardania, del Peloponneso, conte di Cipro e di Epiro, conte e duca di Drivasto e di Durazzo.
Hai girato, nella tua carriera cinematografica, ben 98 film. Il primo fu nel 1937 e si intitolava «Fermo con le mani». Regia: Gero Zambuto; soggetto: Guglielmo Giannini; sceneggiatura: Zambuto, Giannini; interpreti: Totò (Totò il vagabondo), Erzy Paal, Tina Pica, Oreste Bilancia, Franco Coop, Nicola Maldacea; produzione: Titanus. Il primo film a colori in Italia fu tuo: «Totò a colori», produttore Ponti - De Laurentis Cin.ca, Giovanni Amati per Golden Film (1952); regista Steno; soggetto Steno da "sketches" di riviste di Michele Galdieri e Totò; sceneggiatura Steno, Mario Monicelli, Age (Agenore Incrocci) e (Furio) Scarpelli; fotografia Tonino Delli Colli; musica Felice Montagnini. Interpreti Totò (maestro Antonio Scannagatti), Isa Barzizza (la signora del vagone letto), Rocco D'Assunta (il cognato siciliano), Virgilio Riento (il maestro Tiburzi), Mario Castellani (l'on. Cosimo Trombetta), Luigi Pavese (l'editore Tiscordi), Franca Valeri (la signorina snob), Galeazzo benti (uno degli esistenzialisti di Capri), Fulvia Franco (la sua fidanzata), Anna Vita (una esistenzialista), Alberto Bonucci (il regista sovietico), Armando Migliari (il sindaco di Caianello), Vittorio Caprioli (il tenore balbuziente), Bruno Corelli (Joe Pellecchia), Guglielmo Inglese (il giardiniere), Rosita Pisano, Michele Malaspina (il sindaco), Carlo Mazzarella (il fidanzato della signorina snob), Lily Cerasoli (un'altra esistenzialista), Barbara Florian, Manuel Serrano, Nancy Clark, Mimmo Poli, Silvana Blasi, Riccardo Antolini, Paolo Ferrara, Ugo D'Alessio, le marionette di G. e A. Greco.

L'ULTIMO ESAURITO – Rilevante pure la tua partecipazione sia in teatro che in televisione. In teatro hai fatto la tua comparsa ben 32 volte. La prima volta fu nel 1913-14 con il debutto nel varieté nei teatrini napoletani attorno alla ferrovia, con lo pseudonimo di Clerment. In televisione sei apparso in «Tutto Totò», serie a cura di Bruno Corbucci, con la regia di Daniele D'Anza, in parte sulla base di vecchi copioni teatrali interpretati da Totò, in parte con episodi scritti appositamente. La serie finita di girare lunedì 10 aprile 1967, cinque giorni prima della tua morte, è stata trasmessa settimanalmente tra giovedì 4 maggio e giovedì 6 luglio 1967.
Memorabile fu l'orazione funebre pronunciata per te da Nino Taranto nella basilica del Carmine Maggiore al Quartiere Mercato a Napoli. «Amico mio, amico mio, non è un monologo questo, ma un dialogo perché sono certo che tu senti e rispondi. La tua voce è nel mio cuore, nel cuore di questa Napoli c he è venuta a salutarti, a dirti grazie perché l'hai onorata, perché non l'hai dimenticata mai, perché sei riuscito, dal palcoscenico alla vita, a scrollare di dosso quella cappa di malinconia che l'avvolge. Tu, amico mio, hai fatto sorridere la tua città, sei stato grande, le hai dato la gioia, la felicità, l'allegria di un'ora, di un giorno, tutte cose delle quali Napoli ha tanto bisogno. I tuoi napoletani, il tuo pubblico sono qui. Hanno voluto che il loro Totò facesse a Napoli l'ultimo "esaurito" della sua carriera e tu, maestro del buonumore, questa volta ci stai facendo piangere tutti. Addio, Totò, addio amico mio. Questa Napoli, questa tua Napoli affranta dal dolore vuole farti sapere che sei stato uno dei suoi figli migliori e che non ti scorderà mai. Addio Totò, addio».
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Tito Colavito
“La Gazzetta del Mezzogiorno” – 17/10/2008

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